Coerentemente all’evoluzione della normativa, l’indennità erogata dall’INPS viene elevata fino all’80%, per le casistiche e le durate massime previste dalle disposizioni vigenti per congedi richiesti fino al 6° anno di età del bambino o della bambina.

Per le altre casistiche, l’integrazione economica aziendale a favore del genitore che faccia richiesta di un periodo di congedo è stata aumentata, passando dal 30% al 40% della retribuzione, in aggiunta al trattamento erogato dall’INPS.

L’integrazione economica aziendale è stata ulteriormente elevata al 50%, a partire dal 16° giorno, qualora anche il secondo genitore certifichi di aver fruito di congedo parentale per un periodo pari ad almeno 15 giorni (anche non continuativi), previa presentazione della documentazione necessaria (ricevute dei congedi dell’altro genitore).

Con riferimento al testo unico n.151/2001 in materia di maternità/paternità, l’estensione delle integrazioni aziendali è stata estesa, ricomprendendo anche i congedi richiesti per la cura di figli e figlie dai 6 ai 12 anni di età.

Perciò, fino al compimento dei 12 anni di età del bambino o della bambina, l’integrazione economica aziendale garantisce come minimo il 70% della retribuzione per i primi 6 mesi di congedo parentale, ulteriormente elevata all’80% della retribuzione, qualora ad usufruirne siano entrambi i genitori.
In caso di “genitore solo” o in caso di congedo richiesto per figli o figlie con disabilità, la percentuale è ulteriormente elevata fino a coprire il 100% della normale retribuzione.

In nessun caso, può essere riconosciuta una retribuzione superiore al 100% del normale importo mensile.

L’Azienda, inoltre, è disponibile a concedere su richiesta l’anticipo del TFR per un importo massimo lordo di 1.600 Euro per le nascite in famiglia entro il primo grado di parentela (e per le spese scolastiche), anche per un secondo evento a distanza di almeno 4 anni dalla prima richiesta.